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compisse in Egeo «offese navali di superficie attuabili attraverso
rapide puntate di incrociatori protetti e cercando di battere le
corazzate» britanniche, che in quel momento apparivano «in
stato d’inferiorità numerica»; Riccardi rispose anche a lui che
«Supermarina aveva già studiato le possibilità di azioni con navi
di superficie contro l’Egeo».
I preparativi compresero il potenziamento delle difese della
base di Taranto, così che almeno una parte della Squadra vi
potesse tornare in condizioni di sicurezza (e proprio la I
Divisione fu tra le formazioni che tornarono ad avere base a
Taranto). Segnalazioni da parte del Servizio Informazioni della
Marina, il 22 e 23 marzo, di due grossi convogli britannici (uno di
12 navi ad Alessandria ed uno di 18 navi a Giaffa) in procinto di
partire per Volo e Suda riconfermarono Supermarina nelle sue
intenzioni.
Originariamente l’avvio dell’operazione era stato previsto per il
24 marzo, ma in seguito, per avere il tempo di prendere accordi
particolareggiati con le forze aeree tedesche, venne posticipato
al 26. Alle 21.10 del 23 marzo Supermarina inviò agli ammiragli
Iachino, Cattaneo, Sansonetti e Legnani l’ordine d’operazione: fu
recapitato mediante corrieri e telescriventi, così che non potesse
essere oggetto di intercettazione da parte avversaria. La parte
che riguardava la I Divisione recitava: «Gruppo Zara composto I
e VIII Divisione navale lasci base prime ore giorno X-1 et regoli
propri movimenti in modo trovarsi alle 20.00 giorno X-1 in punto
lat. 35°46’ e long. 19°34’ et diriga poi per passare ore 04.00
giorno X fra Cerigotto et Capo Spada alt Prosegua quindi per
levante fino at meridiano Capo Tripiti e poi per scoglio Karavi
dove dovrà trovarsi ore 08.00 giorno X alt Da tale punto diriga
per ripassare fra Capo Spada e Cerigotto et quindi per punto
miglia 90 a ponente di Cerigotto dove dovrà trovarsi ore 13.30