Page 10 - Zara
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Mentre gli ordini d’operazione delle unità navali, come si è visto,
erano stati inviati con mezzi a prova d’intercettazione, l’unico
modo di comunicare col Comando delle Forze Armate dell’Egeo
(i cui velivoli dovevano partecipare alla copertura aerea delle
navi il 28 marzo) era la radio, vulnerabile alle intercettazioni, e
così era stato. Solo per mancanza di tempo, “ULTRA” non riuscì a
decifrare l’ordine di operazioni completo, compilato il 24 marzo
dall’ammiraglio Carlo Giartosio. In questo caso, Supermarina
aveva tentato di far pervenire l’ordine a Rodi con mezzi non
soggetti ad intercettazione: lo aveva affidato ad un corriere a
Roma con l’ordine di imbarcarsi su un bombardiere Savoia
a
Marchetti S.M. 81 (della 222 Squadriglia del 56° Gruppo da
Bombardamento Terrestre) diretto nell’isola, ma il 25 marzo
l’aereo, in decollo dall’aeroporto di Gerbini (Catania), era
precipitato ed aveva preso fuoco, uccidendo i cinque uomini
dell’equipaggio. Non essendovi più tempo per inviare un altro
aereo, fu giocoforza usare la radio.
L’Ammiragliato informò Cunningham dell’intercettazione alle
17.05 di quello stesso giorno; l’indomani nuove intercettazioni
(di radiomessaggi in codice inviati da Roma a Rodi) permisero di
apprendere che da parte italiana erano pianificate ricognizioni
aeree, nei due giorni precedenti X (su Alessandria, Suda e le
rotte tra Alessandria ed il Pireo, su entrambi i lati di Creta) e
durante lo stesso giorno X (dall’alba a mezzogiorno tra Creta ed
Atene, nonché sulle rotte tra Creta ed Alessandria), ed attacchi
aerei sugli aeroporto di Creta, sia la notte precedente il giorno X
che il giorno X stesso. Dato che il più lungo dei messaggi
intercettati era stato inviato dal generale Guzzoni, cioè da un
ufficiale del Regio Esercito, ma mediante la macchina cifrante di
Supermarina (per il semplice motivo di poter così usare la linea
telegrafica di Supermarina con il Dodecaneso), da parte
britannica si sospettò anche che l’operazione potesse