Page 8 - Folgore
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sarebbero stati esentati dal contrattacco il Folgore e la Clio, che
sarebbero dovuti invece restare assieme ai trasporti.
Quando scese il buio della sera, l’orizzonte era coperto da un po’
di foschia, e la luna era nascosta da fitti banchi di nuvole.
Poco dopo le otto di sera del 1° dicembre comparvero i primi
aerei avversari, che per le quattro ore successive continuarono a
sorvolare il convoglio illuminandolo, ma senza portare a fondo i
loro attacchi. Nel frattempo, a scopo difensivo, la distanza tra le
colonne dei mercantili era stata raddoppiata, mentre quella tra i
mercantili e le navi scorta era stata ridotta (così che queste
ultime potessero più agevolmente coprire i trasporti con cortine
di neggia).
Già dalle 20 il Folgore informò il caposcorta della presenza in
zona di alcuni radar (rilevati dal suo «Metox»), e poco dopo
aggiunse che distavano circa 50 km e li avrebbero raggiunti
entro 8-10 minuti; si trattava dei radar degli aerei. Le navi della
scorta iniziarono ad emettere cortine fumogene, e dalle 20.30
iniziarono a piovere i primi bengala. Da lì in poi la luminaria non
si spense più; bengala continuavano ad accendersi anche a
gruppi di 4-5-6 ai lati del convoglio, mentre il «Metox»
del Folgore continuava a rilevare le emissioni di numerosi radar
attorno a loro.
Anche un sommergibile tentò di attaccare il convoglio, della cui
presenza era stato informato: il Seraph (tenente di vascello
Norman Limbury Auchinleck Jewell) avvistò le navi italiane alle
21.55 e si avvicinò per attaccare, ma alle 23.39 uno dei bengala
che venivano continuamente lanciati da aerei alleati cadde
proprio dietro il sommergibile; vedendo uno dei
cacciatorpediniere della scorta avvicinarsi ad alta velocità, Jewell
credette d’essere stato avvistato e s’immerse alle 23.43. Il
cacciatorpediniere passò nei suoi pressi, poi si riunì al convoglio.