Page 5 - Folgore
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com’era pratica comune, dopo averli decifrati li aveva

            ritrasmessi all’aria, così che i convogli in mare potessero sapere
            di essere stati avvistati, e dunque regolarsi di conseguenza.

            Nemmeno la ricognizione dell’Asse era stata inattiva; la sera del

            30 novembre ricognitori italo-tedeschi avevano avvistato forze
            leggere avversarie nel porto di Bona, e, intuendo correttamente

            che sarebbero state impiegate contro i convogli (si valutò che la

            distanza tra Bona e l’area di passaggio dei convogli «B» e «H»

            nella notte tra l’1 ed il 2 dicembre sarebbe stata percorribile in
            sei ore, se le navi britanniche avessero mantenuto una velocità

            attorno ai 30 nodi), Supermarina chiese che al tramonto del 1°

            dicembre venisse effettuata una nuova ricognizione sul porto di

            Bona.
            Un aereo della Luftwaffe, accompagnato da un velivolo della

            Regia Aeronautica, venne pertanto inviato, ma nessuno dei due

            fece ritorno. Dopo insistenti richieste di Supermarina, l’Ufficio di
            collegamento con il Comando in Capo delle forze tedesche in

            Italia riferì del mancato rientro dei due aerei, spiegando che

            probabilmente erano stati entrambi abbattuti.

            L’arrivo dei rifornimenti trasportati dai quattro convogli era
            molto urgente, dunque non si poteva rimandare l’operazione

            per un semplice avvistamento in porto di forze nemiche. C’era

            nel Canale di Sicilia, in quel momento, una squadriglia di

            cacciatorpediniere (Maestrale, Grecale, Ascari) che aveva appena
            ultimato una missione di posa di mine; dato che il convoglio «H»

            era più veloce e dotato di maggior scorta del convoglio «B», ed

            in considerazione del fatto che alla mezzanotte del 1° dicembre
            il convoglio «H» avrebbe già goduto della “protezione” dei bassi

            fondali del banco Keith (situato sei miglia a nord del banco

            Skerki, presentava scogli affioranti e fondali che in alcuni punti

            non superavano i 7-8 metri) e dei tratti già posati dello
            sbarramento di mine in corso di realizzazione, Supermarina
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