Page 4 - Folgore
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britannici: per primo il «B», alle 14.40, poi il «C», alle 15, seguito

            dal «G» un quarto d’ora dopo. L’unico convoglio che non era
            ancora stato avvistato al momento della partenza della Forza Q

            – le 17.30 – era proprio quello che ne sarebbe caduto vittima,

            l’«H». Questo fu infatti avvistato solo alle 20.15.
            D’altra parte, i britannici disponevano di altri mezzi, altrettanto

            efficaci, per sapere se e quali convogli italiani sarebbero stati in

            mare. Già il 29 novembre “ULTRA” aveva decrittato messaggi

            italiani ed appreso che Puccini, Aventino, KT 1, Giorgio ed Anna
            Maria Gualdi (quest’ultimo rimase poi in porto per avaria)

            sarebbero dovuti partire da Palermo alle 6.30 del 1° dicembre, i

            primi tre diretti a Biserta e gli ultimi due a Tunisi, dopo che la

            loro partenza era stata ritardata di 24 ore; e che al largo di
            Trapani si sarebbe unito a loro l’Aspromonte, dopo di che

            avrebbero imboccato il canale di Sicilia alla velocità di 9 nodi. Nel

            comunicare tali informazioni ai comandi mediterranei,
            l’Operational Intelligence Centre dell’Ammiragliato britannico

            aveva persino suggerito quale arma fosse più conveniente

            impiegare contro il convoglio: la Forza Q. Il 1° dicembre “ULTRA”

            fece avere maggiori particolari sui convogli «G» e «H».
            Dopo aver lasciato Bona, le navi di Harcourt assunsero la

            velocità di 27 nodi, dirigendo verso il banco di Skerki, presso la

            costa tunisina. Lì sarebbero dovuti passare i convogli diretti in

            Tunisia.
            In base alle notizie a sua disposizione, Harcourt ritenne di poter

            intercettare i convogli «G» e «H», che dovevano navigare

            piuttosto vicini; quindi predispose la navigazione in modo da
            raggiungerli ed attaccarli di sorpresa, con l’ausilio del radar.

            Supermarina non era a sua volta all’oscuro di quanto stava

            accadendo. Aveva intercettato tutti i segnali di scoperta dei

            ricognitori britannici, sin dal 30 novembre (quando i convogli «B»
            e «C» erano stati avvistati a sudovest di Napoli, verso le 23); e
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