Page 13 - Folgore
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Vidi d’un tratto accendersi proiettili illuminanti in vari punti

            dell’orizzonte e un rapido e vivace scambio di codette luminose.
            Ce n’erano di tutti i colori: verdi, gialle, azzurre, rosse. (…) Alle

            varie luci accese si aggiunsero ben presto le dritte lame bianco-

            azzurre dei proiettori e i globi incandescenti delle mitragliere da
            20. Il Folgore, piccolo, vecchio cacciatorpediniere, veterano di

            tante scorte, provato in mille contingenze, reggeva da solo, con

            eroismo, che un giorno apparirà leggendario, tutto il peso del

            combattimento. Avvistate e raggiunte le navi che ci avevano
            attaccato, lancia una parte dei suoi siluri contro la più grossa di

            esse. Scoperto dalle navi nemiche, è fatto segno al fuoco

            violentissimo delle artiglierie britanniche che lo colpiscono una,

            due volte, ma Bettica, l’abbiamo detto, non uomo da rompere il
            contatto per così poco. Fallito il primo lancio, continua

            nell’azione, risponde al fuoco nemico, cerca di migliorare la sua

            posizione rispetto all’unità contro la quale vuol ripetere il lancio.
            È ancora colpito a più riprese, va avanti; gli si incendia una delle

            motrici, va avanti; serra le distanze; contro di lui, al fuoco delle

            artiglierie, si aggiunge quello delle mitragliere, va avanti;

            risponde con le proprie armi alle armi nemiche, lancia tutti i
            siluri che gli sono rimasti. 3 incrociatori, 6 cacciatorpediniere

            non riescono a fermare Bettica nella sua eroica corsa, non

            riescono a impedire al Folgore il lancio dei suoi ultimi siluri da

            distanza ravvicinatissima. Uno degli incrociatori è colpito due
            volte, forse affonda [Cocchia scrisse queste pagine tra il 1942 ed

            il 1944, dunque potendosi basare solo sull’apprezzamento da

            parte italiana; non poteva sapere che in realtà i siluri
            del Folgore non avevano colpito alcuna nave].

            Sul Folgore divampa un forte incendio a poppa, la prora è

            crivellata di colpi, una motrice è inutilizzata, sulla plancia sono

            tutti morti o feriti, eppure il caccia italiano combatte ancora,
            cammina, portato dalla volontà del suo indomito comandante
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