Page 14 - Folgore
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più che dall’unica elica ancora girante, vuole ancora avventarsi

            sul nemico. Inquadrato dai proiettori che permettono alle navi
            britanniche di meglio centrarlo, affonda prima che il suo ultimo

            cannone e la sua ultima mitragliera abbiano smesso di sparare.

            Mai medaglia d’oro fu più meritata di quella decretata alla
            memoria del capitano di corvetta Ener Bettica.”

            All’1.16 il Folgore si capovolse ed affondò nel punto 37°43’ N e

            11°16’ E, portando con sé il comandante Bettica e oltre metà

            dell’equipaggio.
            I naufraghi trascorsero tutta la notte sulle zattere, o in acqua. A

            quanti erano morti nel combattimento od affondati con la nave,

            si aggiunsero quelli che non riuscirono a resistere al freddo per

            tante ore. Il guardiamarina Giuseppe “Geppino” D’Amato, salito
            su una zattera, vide in acqua un commilitone ferito; scese allora

            dal galleggiante per cedergli il suo posto, ma morì d’ipotermia

            nell’acqua gelida.
            Il direttore di macchina Valvason ed il tenente del Genio Navale

            Berler si prodigarono nell’assistenza ai loro uomini, cercando di

            tenerne in vita quanti più possibile.

            In tutto, del Folgore morirono 4 ufficiali, 13 sottufficiali e 107 tra
            sottocapi e marinai.



            Non ebbe miglior sorte il resto del convoglio. Alle 00.53

            la Procione, mentre tentava di portarsi al contrattacco, venne
            colpita dal Sirius e costretta a ritirarsi con gravi danni.

            Dopo il KT 1, primo ad essere affondato fu l’Aventino:

            cannoneggiato dall’Aurora e dall’Argonaut e silurato da
            quest’ultimo o dal Sirius, affondò alle 00.55, trascinando con sé

            quasi un migliaio di uomini.

            La Puccini, cannoneggiata da tutte e cinque le navi della Forza Q,

            fu immobilizzata all’1.08 ed abbandonata dall’equipaggio e dalle
            truppe imbarcate, che perirono in mare a centinaia. Rimasta a
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