Page 9 - Da Barbiano
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Quando la luna “superò” le nubi, ci fu un notevole
rischiaramento.
Gli incrociatori erano in assetto di combattimento notturno:
cannoni carichi metà a granata e metà a palla, motori di
brandeggio in moto; ognuno dei pezzi secondari da 100/47 mm
aveva pronta una riservetta di otto colpi illuminanti e due a
granata; ogni mitragliera aveva otto caricatori di riserva in
aggiunta alla dotazione normale.
La navigazione procedette tranquilla fino alle 2.45 del 13
dicembre, quando, a sette miglia da Capo Bon, si avvertì
chiaramente il rumore prodotto da un aereo che sorvolava la
formazione a bassa quota (era un ricognitore Vickers Wellington
th
del 68 Squadron della Royal Air Force, munito di radar ASV e
proveniente da Malta, che aveva localizzato la formazione,
sorvolandola ripetutamente, e che ne comunicò la posizione ai
cacciatorpediniere, i quali si trovavano in quel momento tra
Zembra e Zembretta). La Cigno comunicò con la lampada per
segnalazioni Donath «Aerei sul mio cielo» (secondo alcune fonti,
tali segnali luminosi furono visti anche dai cacciatorpediniere
britannici, però l’orario dato da questi ultimi per i lampi di luce
visti sparire dietro Capo Bon è piuttosto divergente, le 3.02). Il
ritardo accumulato dagli incrociatori di Toscano, forse a causa di
un giro attorno alle Egadi più ampio del previsto, era tale che
questi sarebbero giunti a Capo Bon alle tre di notte anziché alle
due, ma ciò non fu comunicato a Supermarina, che così non
ordinò di recuperare il ritardo.
Alle 3.15 la IV Divisione, giunta a due miglia dal faro di Capo Bon
(o 3,5 miglia a nord del Capo), accostò per 157° onde scapolare
Capo Bon mantenendosi a poco più di un miglio dalla costa, così
entrando nel settore oscurato del faro (che sino a quel
momento le aveva invece illuminate di quando in quando); il Da