Page 11 - Da Barbiano
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l’avvistamento del Wellington, e non sembrava esserci ragione
per ordinare, così tardi, una manovra tanto frettolosa.
Un’altra ipotesi è che Toscano, invertendo la rotta, intendesse
confondere le idee al ricognitore britannico circa la vera rotta
seguita, aspettare che se ne andasse e poi riassumere la rotta
originaria verso Tripoli, oppure che avesse avvertito il rombo di
motori di aerei in avvicinamento, giungendo a ritenere che fosse
in arrivo un attacco di aerosiluranti, ed intendesse deviare dalla
rotta per disorientare gli aerei attaccanti e portarsi più a nord, in
acque più libere, dove avrebbe avuto maggiori possibilità di
manovra.
Ancora, è stato suggerito che con tale manovra l’ammiraglio
intendesse evitare i campi minati italiani presenti in quelle
acque (in particolare l’«S. 11», che creavano tra Kelibia e Capo
Bon un ristretto passaggio (largo appena tre miglia) nel quale, in
caso di attacco navale od aereo, sarebbe stato difficile
manovrare: tuttavia la loro presenza era già conosciuta e c’era
la Cigno in posizione avanzata, dunque anche tale ipotesi non
pare avere grande fondamento. Né trova molto credito l’ipotesi
per cui l’inversione di rotta sarebbe stata ordinata a causa
dell’avvistamento, a proravia, di sagome ritenute navi nemiche:
sia perché in quella direzione non vi era alcuna unità, sia perché
in posizione avanzata da quella parte c’era la Cigno, che avrebbe
dovuto avvistare per prima eventuali unità avversarie.
Un’ultima teoria è stata formulata dal gruppo che, nel 2007,
ritrovò il relitto della nave: l’ammiraglio Toscano avrebbe
avvistato qualcosa – i cacciatorpediniere britannici – a dritta,
sottocosta, un po’ arretrato, e, sapendo che il carico di benzina
sistemato a poppa rappresentava un grave rischio, impedendo
al contempo l’uso delle torri poppiere, avrebbe deciso d’invertire
la rotta per non dare la (vulnerabilissima) poppa al nemico, e
poter fare fuoco contro di esso usando le torri prodiere. Tale