Page 10 - Da Barbiano
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Barbiano segnalò per ultracorte a Cigno e Di Giussano «Fate
attenzione ai piroscafi nemici». A quel punto le navi di Toscano
sarebbero dovute proseguire per sette-otto miglia e poi tornare
su rotta 180°, seguendo la costa tunisina, ma invece – alle 3.20 –
il Da Barbiano, senza preavviso, accostò a sinistra (di 180° per
contromarcia) fino ad invertire la rotta (così assumendo rotta
337°) e mise le macchine a tutta forza, per poi comunicare
l’inversione alle altre due unità a mezzo radiosegnalatori. In
plancia comando del Da Barbiano, il comandante Rodocanacchi
aveva infatti ricevuto dalla plancia ammiraglio l’ordine d’invertire
la rotta, e subito dopo anche “Artiglieri seguire indici elettrici –
Complessi attenzione”. Il Di Giussano, che non ricevette l’ordine
d’invertire la rotta, imitò la nave ammiraglia per contromarcia,
venendosi però a trovare, ad accostata ultimata, piuttosto
scartato a dritta rispetto al Da Barbiano. La Cigno non ricevette il
messaggio sull’inversione di rotta e non si accorse neanche della
manovra dei due incrociatori, così continuò ignara su rotta 180°
fino alle 3.25, quando accostò a sua volta, ma ormai era in coda
alla formazione, ben lontana dagli incrociatori.
Le ragioni dell’improvvisa inversione di rotta ordinata
dall’ammiraglio Toscano sono destinate a restare un mistero: di
lì a poco, il comandante della IV Divisione le avrebbe portate con
sé per sempre, e così tutto il suo Stato Maggiore. Non si
possono che fare congetture: una teoria è che l’ammiraglio
Toscano, ormai certo di essere stato avvistato dai velivoli che
avevano sorvolato le sue navi, avesse deciso di tornare indietro,
come nella missione del 9 dicembre, per sfuggire agli attacchi
che sarebbero inevitabilmente seguiti, ma in tal caso avrebbe
avuto più senso dirigere per le Egadi (percorso più breve)
anziché verso nordovest; senza considerare che l’inversione di
rotta fu repentina ed avvenne più di mezz’ora dopo