Page 13 - Bande Nere
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Il maresciallo Gastone Lavazzolo, al momento del
siluramento, si stava sottoponendo ad un’iniezione per la
cura di alcuni dolori che lo affliggevano da qualche
tempo; uscito in coperta, aspettò con calma che la nave
si rovesciasse, poi si gettò in mare. Una volta in acqua,
raccolse altri naufraghi attornò a sé.
Il maresciallo Giuseppe Piccione vide che della nafta,
fuoriuscita dalla nave spezzata, aveva preso fuoco sul
mare; si gettò in mare controvento, per evitare di finire in
mezzo alla nafta incendiata.
Guerrino Bassa, marinaio puntatore, riuscì a gettarsi in
mare insieme ad un amico; in acqua, vide l’amico venire
colpito alla testa da un pezzo di legno caduto dalla nave,
che lo uccise.
Il marinaio Giuseppe Gernone, di Bari, vide il tenente di
vascello Marcello Sanfelice di Monteforte, secondo
direttore del tiro, che si trovava in difficoltà e rischiava di
annegare; gli diede il suo salvagente, salvandolo da
morte certa. Anche Gernone, pur senza il salvagente,
riuscì a salvarsi.
Il sottotenente di vascello Franco Rigutini, 22 anni, da
Palermo, stremato dal molto tempo passato in acqua,
esaurì le sue ultime forze nel soccorrere un sottufficiale
in pericolo di vita, e annegò quando ormai era a un passo
dal salvataggio. Il suo sacrificio venne attestato da una
Medaglia di Bronzo al Valor Militare.
Anche il capo cannoniere Guido Felicetti, 35 anni, da
Ascoli Piceno, addetto ai pezzi da 152, fortissimo
nuotatore, annegò a causa di una grave ferita riportata