Page 17 - Bande Nere
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sarebbe sopravvissuto alla guerra, morendo nel 2015

            all’età di 95 anni.

            Il trentenne Vincenzo Cocciani, marinaio

            radiotelegrafista, da Montepulciano, ebbe la ventura di

            essere ripescato da un concittadino, il capitano del Genio

            Navale Emilio Acerbi, della Libra. (Per Cozzani, questa

            non sarebbe stata l’ultima volta che scampava alla morte

            di stretta misura: trasferito sui MAS, sarebbe in seguito

            sopravvissuto all’affondamento di quello su cui era

            imbarcato; divenuto partigiano dopo l’armistizio, sarebbe


            stato catturato dai tedeschi ma sarebbe riuscito ad

            evadere prima della fucilazione).

            Il fuochista Gino Fabbri, recuperato dalla Libra dopo

            essere riuscito a scappare in tempo dalla sala macchine,

            fu portato a Messina, interamente ricoperto di nafta e

            petrolio. Ricoverato presso il locale ospedale, vi rilasciò la

            sua deposizione scritta sugli avvenimenti. Fabbri sarebbe

            sopravvissuto anche alla guerra, ma la lunga

            permanenza nell’acqua fredda aveva intaccato

            irrimediabilmente la sua salute: qualche mese dopo

            avrebbe manifestato i primi segni di una affezione

            pleurica, che insieme ad altre concause lo avrebbe

            portato ad una morte prematura, all’età di 44 anni.

            Tra i tanti che non si salvarono c’era Giuseppe ("Pepé")

            Morabito, sergente cannoniere, da Mosorrofa (Reggio


            Calabria): si era arruolato volontario in Marina nel 1936

            ed aveva prestato servizio sul Di Giussano dal 1937 al

            1940, prima di essere assegnato sul Bande Nere il 27

            maggio 1940, seguendolo in tutte le sue vicissitudini
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