Page 18 - Bande Nere
P. 18
belliche. Di lì a tre settimane avrebbe compiuto
ventiquattro anni. La madre Francesca apprese della
tragedia quasi per caso, prima ancora che le giungesse la
notifica ufficiale della scomparsa del figlio: un giorno la
donna chiese ad un tale di Reggio, recatosi a Mosorrofa
per comprare rame, notizie della guerra, e questi rispose
che "non andava affatto bene, perché avevano affondato
la nave Giovanni delle Bande Nere". L’indomani la famiglia
Morabito si precipitò a Messina per avere notizie:
seppero così che "Pepè" era disperso. I funerali vennero
celebrati senza la salma.
Complessivamente vennero tratti in salvo 391 dei 772
uomini che erano imbarcati sul Bande Nere; quasi
esattamente la metà (le deposizioni dei superstiti,
limitatamente all’equipaggio, risultarono poi di 18
ufficiali, 33 sottufficiali e 244 tra sottocapi e marinai).
Morirono in 381: 16 ufficiali, 57 sottufficiali, 295 tra
sottocapi e marinai, cinque militarizzati ed otto militari
della Regia Aeronautica addetti agli idrovolanti di bordo.
Il comandante Sitta fu tra i superstiti (anche lui, come
tanti altri, rimase per qualche tempo semiaccecato dalla
nafta che gli era finita negli occhi), mentre furono tra gli
scomparsi il comandante in seconda, capitano di fregata
Vittore Raccanelli, il capo servizio Genio Navale, maggiore
del Genio Navale Silvio Mazzucchetti, ed il direttore di
macchina, capitano del Genio Navale Giuseppe Odifredi.
I naufraghi tratti in salvo vennero sbarcati a Messina e
Palermo.