Page 15 - Bande Nere
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furono con ogni probabilità un falso allarme, generato da

            qualche vedetta che, comprensibilmente nervosa dopo il

            siluramento del Bande Nere, scambiò forse la cresta di

            un’onda, più marcata di altre, per la scia di un siluro.

            L’Urge sentì le prime bombe di profondità alle 9.07, e ne

            contò 38 in tutto, nessuna delle quali vicina; al contempo,

            l’equipaggio britannico avvertì i rumori prodotti da una

            nave che si spezzava, a conferma del proprio successo.

            Terminato il contrattacco, il sommergibile tornò a quota

            periscopica alle 9.40, vedendo due cacciatorpediniere e


            tre idrovolanti, ma nessuna traccia dell’incrociatore; a

            quel punto Tomkinson diede ordine di scendere in

            profondità ed allontanarsi verso ponente.

            Terminata la caccia (durante la quale aveva lanciato

            complessivamente 11 bombe di profondità da 100 kg, 12

            da 50 kg e 13 da 30 kg), anche l’Aviere si mise a

            recuperare naufraghi; venne rapidamente organizzata

            una vasta operazione di soccorso, con l’invio sul posto

            della nave soccorso Capri, del piccolo incrociatore

            ausiliario Lago Tana e delle

            torpediniere Pallade e Centauro.

            Molti dei naufraghi erano coperti di nafta, che impediva

            di vedere e bruciava gli occhi. Il maresciallo Gastone

            Lavazzolo, recuperato in stato di semincoscienza ed

            interamente coperto di nafta, venne inizialmente ritenuto


            morto e messo insieme ai cadaveri; quando mosse un

            braccio, i soccorritori si resero conto che era ancora vivo.

            Sarebbe passata una settimana prima che Lavazzolo

            riacquistasse la vista.
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