Page 10 - Bande Nere
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finì sott’acqua. Tentò inutilmente di risalire, ma venne

            invece trascinato diversi metri sotto la superficie, forse

            sette od otto, al punto che aveva già abbandonato la

            speranza di salvarsi, quando all’improvviso vide, come in

            una visione, l’immagine della madre, e più o meno al

            contempo venne sospinto a galla da una grande bolla

            d’aria fuoriuscita dallo scafo della nave in affondamento.

            Emerse nei pressi dell’idrovolante di bordo, che

            galleggiava capovolto: ai galleggianti del velivolo erano

            aggrappate “almeno settanta persone”. L’acqua era


            fredda (Puglisi, nei suoi ricordi, disse anche che pioveva,

            ma Guido Piccinetti, altro superstite, disse invece che

            «era una bella giornata di sole»; non è chiaro chi avesse

            ragione, d’altro canto la memoria poteva tradire a

            distanza di decenni), molti naufraghi erano feriti anche

            gravemente; il mare era nero per l’immensa quantità di

            nafta fuoriuscita dai serbatoi del Bande Nere. Parecchi

            cedettero al freddo ed alla stanchezza, e si lasciarono

            andare, scomparendo.

            Il marinaio fuochista Guido Piccinetti, ventidue anni, da

            Fano, era imbarcato sul Bande Nere fin dal 1940. Si era

            coricato per riposarsi sopra i tubi lanciasiluri, a centro

            nave, quando avvertì improvvisamente un grande

            scoppio e venne lanciato in aria, perdendo i sensi;

            quando si riprese – al contatto con l’acqua – era in mare,


            a venti o trenta metri dalla nave che stava affondando. Si

            guardò intorno: non vedeva altro che fumo; sentiva

            tutt’intorno le grida degli altri naufraghi, e percepì anche

            del sangue che gli colava dalla testa. Non era, comunque,
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