Page 8 - Bande Nere
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almeno così ritenne, dal momento che nel suo rapporto

            esso indicò che le scie avevano origine a circa 500 metri

            dal Bande Nere, mentre in realtà l’Urge aveva lanciato da

            una distanza nove volte più grande. L’aereo avvistò tre

            scie di siluri, che furono viste anche da tre membri

            dell’equipaggio del Bande Nere; ma era ormai troppo

            tardi per poter tentare una manovra.

            Pochi attimi più tardi, il Bande Nere venne colpito a centro

            nave, sul lato sinistro (nella zona 7, cioè quella delle

            caldaie 5 e 6), da uno dei siluri dell’Urge. Alla detonazione


            del siluro, che proiettò in aria numerosi rottami,

            seguirono l’allagamento del locale caldaie 5 e 6 (per altra

            fonte, 6 e 7), invasione di fumo e vapore ed infiltrazioni di

            acqua nei compartimenti contigui, con un leggero

            sbandamento dell’incrociatore sulla sinistra; saltò la

            corrente. La situazione non sembrava irreparabile ed il

            comandante Sitta ordinò di fermare le macchine, ma

            subito dopo – otto o forse dieci secondi dopo lo scoppio

            del primo siluro – il Bande Nere venne colpito anche da

            un secondo siluro, leggermente più a proravia del primo,

            tra le zone 6 e 7 (locale macchina di prua). Questa

            seconda esplosione spezzò in due il Bande Nere: lo

            sbandamento a sinistra aumentò subito dopo lo scoppio

            del siluro, portando il trincarino a pelo d’acqua, e la

            coperta a centro nave venne immediatamente


            sommersa, mentre la nave si insellava al centro. In

            brevissimo tempo i due tronconi dell’incrociatore

            s’impennarono verso il cielo, “come due braccia oranti”.

            Successivamente sarebbe stato escluso, date le vistose
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