Page 12 - Bande Nere
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minuto. Una volta in coperta, Fabbri aiutò un altro

            fuochista ausiliario, Mauro Scalabroni (che risultò poi

            disperso), a mettere a mare una zattera, dopo di che si

            gettò in mare, scivolando lungo la murata. La zattera

            venne immediatamente presa d’assalto e si riempì di

            naufraghi: Fabbri rimase in acqua per circa un quarto

            d’ora, sorretto dal salvagente che indossava, e si

            aggrappò decisamente alla zattera, che però dovette poi

            mollare perché afferrato da altri quattro naufraghi, che lo

            strapparono dal galleggiante. Poco dopo, i quattro


            uomini che lo aggrapparono scomparvero tra le onde.

            Rimasto da solo, Fabbri nuotò verso la Libra; giunto

            sottobordo, fu issato a bordo con una cima da due

            marinai.

            Il capo meccanico Lino Giambastiani, 33 anni, da

            Capannori (Lucca), capoguardia di Fabbri, non uscì mai

            salla sala macchine di poppa. Quando il primo siluro

            esplose nell’attiguo compartimento caldaie, anche la sala

            macchine venne invasa dall’acqua fuoriuscita dalle

            tubolature danneggiate dall’esplosione, mentre si

            verificavano gravi principi d’allagamento; Giambastiani

            ordinò che tutti rimanessero ai loro posti, per eseguire gli

            ordini provenienti dalla plancia, e nonostante la gravità

            della situazione tentò di contenere le fughe d’acqua e di

            vapore. Mentre era intento in quest’opera, il secondo


            siluro colpì il Bande Nere, precludendogli la possibilità di

            mettersi rapidamente in salvo; rimasto in sala macchine,

            affondò con la nave. Alla sua memoria fu conferita la

            Medaglia d’Argento al Valor Militare.
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