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Alle 21.55 (od alle 21.15, o poco dopo le 22) un altro degli
incrociatori di Pridham-Wippell, l’Ajax, rilevò un nuovo contatto
radar: stavolta erano tre navi, che si trovavano cinque miglia a
sud della Forza B (che era in quel momento nel punto 35°19’ N e
21°15’ E), su rilevamento compreso tra 190° e 252°. Erano
probabilmente Gioberti, Carducci ed Oriani, che assieme al resto
della I Divisione stavano procedendo su rotta opposta a quella
della Forza B, rispetto alla quale erano effettivamente poco più
di cinque miglia a sud: Pridham-Wippell, però, pensò trattarsi di
th
tre degli otto cacciatorpediniere della 14 Destroyer Flotilla del
capitano di vascello Mack, inviati anch’essi alla ricerca delle navi
italiane: lo stesso pensò il comandante Mack, che aveva ricevuto
la comunicazione radio dell’avvistamento, e rispose all’Ajax che
le navi da loro rilevate dovevano essere le sue. La Forza B,
pertanto, alle 22.02 accostò verso nord per allontanarsi, onde
evitare incidenti con le navi di Mack. Le navi di Cattaneo
superarono quindi indenni ed ignare sia la Forza B (passando a
sud di essa) sia le navi di Mack (ad una decina di miglia di
distanza), procedendo su rotta opposta.
Ricevuta la segnalazione di Pridham-Wippell sul relitto
del Pola (che ancora non si sapeva essere tale), Cunningham
assunse con le sue navi (Barham, Valiant, Warspite, Formidable ed
i cacciatorpediniere Stuart, Havock, Griffin e Greyhound) rotta
280° per scoprire la sua identità, e distruggerlo. La speranza era
che potesse essere la Vittorio Veneto. Dopo un’ora la Valiant,
unica corazzata munita di radar, che subito dopo il mutamento
di rotta aveva iniziato a scandagliare la zona con il suo radar per
cercare la nave immobilizzata, localizzò il Pola 6 miglia a prua
sinistra (per altra fonte a 4,5 miglia di distanza, su rilevamento
191°), e tutte le navi di Cunningham accostarono di 40° a
sinistra, assumendo rotta 240°. In tal modo si avvicinarono in
linea di rilevamento verso il contatto sospetto: una manovra