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Iachino lo autorizzò ad abbandonare il Pola se fosse stato
attaccato da superiori forze nemiche, col messaggio «In caso di
incontro con forze superiori abbandonate Pola 210528» (alle
23.45 anche Supermarina, ottenuto l’assenso di Mussolini in
persona, inviò analoga autorizzazione a Cattaneo, se avesse
valutato la situazione «difficile anche in relazione ad eventuali
offese aeree e navali»: ma a quell’ora la sorte della I Divisione si
era già compiuta), ed in quello stesso momento lo Zara informò
il Pola di stare venendo a portargli aiuto, domandandogli a che
ora fosse avvenuto il siluramento («Vengo a darvi assistenza –
dite ora in cui siete stato colpito 211528»). Alle 21.33
il Pola rispose di essere stato colpito alle 19.50 («Ore 19.50 –
213028»), ed alle 21.34 cominciò lo scambio di informazioni
tra Zara e Pola per preparare le operazioni di rimorchio, una
volta le navi di Cattaneo fossero giunte sul posto. Alle 21.57
Cattaneo comunicò al Fiume «Tenetevi pronto a prendere a
rimorchio Nave POLA» (il messaggio, compilato alle 21.57, fu
trasmesso alle 22.06); anche sullo Zara furono fatti i preparativi
per il rimorchio. Lo Zara ordinò al Fiume anche di passare al
posto notturno di combattimento per guardie.
All’insaputa di Cattaneo e di Iachino, però, già dalle 20.15 il radar
dell’incrociatore britannico Orion, inviato con il resto della Forza
B alla ricerca della formazione italiana, aveva individuato il
relitto galleggiante del Pola. Dopo aver effettuato vari
rilevamenti radar senza essere riuscito ad identificare il contatto
(il Pola non era infatti stato visivamente avvistato), l’ammiraglio
Pridham-Wippell, comandante della Forza B, avendo comunicato
al suo comandante in capo (l’ammiraglio Cunningham,
comandante della Mediterranean Fleet ed imbarcato
sulla Warspite) la posizione della nave sconosciuta perché
decidesse sul da farsi, decise di proseguire senza curarsene
ulteriormente.