Page 30 - Zara
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ammiraglia, procedeva in testa, seguito dal Fiume, poi l’Alfieri in
qualità caposquadriglia della IX Squadriglia, quindi il Gioberti,
dietro di esso il Carducci, e l’Oriani in coda. Non le avrebbero mai
più riviste.
Al momento dell’inversione di rotta, la distanza tra il Pola fermo
ed il resto della squadra, che era proseguito, era divenuta di 24
miglia.
La I Divisione assunse rotta 135°, ed alle 21.07 Cattaneo ordinò
a Fiume e IX Squadriglia di portare la velocità a 16 nodi («Velocità
16 nodi all'ordine»), che aumentò a 22 nodi alle 21.25 per poi
ridurla nuovamente a 16 alle 22.03. Questa velocità, poi valutata
troppo bassa, era causata dal fatto che i cacciatorpediniere della
IX Squadriglia erano ormai a corto di carburante (il che fu
segnalato allo Zara, che a sua volta riferì a Iachino alle 21.50, nel
suo ultimo messaggio: «L’autonomia rimasta alla
Squadriglia Alfieri è molto limitata e non permette un ingaggio
d’emergenza, che pensiamo essere quasi certo»), rimasto in
quantità appena sufficiente a tornare alla base (il Carducci, che
aveva una scorta più ridotta degli altri, lo comunicò
direttamente allo Zara alle 20.15, dopo averne informato anche
il proprio caposquadriglia).
(Lo storico Francesco Mattesini ha anche ipotizzato che Cattaneo
decise deliberatamente di avvicinarsi al Pola a velocità moderata
perché riteneva probabile un incontro con navi britanniche, e
voleva che questo accadesse prima che iniziasse il rimorchio
dell’incrociatore danneggiato, momento nel quale le sue navi si
sarebbero trovate in condizioni di massima vulnerabilità. Cosa
avesse davvero in mente Cattaneo, ovviamente, resterà per
sempre oggetto di congettura).
La ridotta riserva di combustibile rimasta ai cacciatorpediniere
fu anche uno dei motivi per i quali Cattaneo, essendosi trovato
con la IX Squadriglia a poppavia dei suoi incrociatori a seguito