Page 7 - Urasciek
P. 7

Arezzo della Targia l’aveva chiamato in plancia, essendo

            lui il consegnatario dei viveri, per far preparare per

            mezzanotte una pizza per tutto l’equipaggio, con cui

            festeggiare Santa Lucia, patrona della sua Siracusa, la cui

            celebrazione ricorreva quel giorno.

            Anche il marinaio istriano Domenico Di Serio,

            sommergibilista veterano ma alla sua prima missione

            sull’Uarsciek (era sbarcato dal Malachite il precedente 5

            dicembre, a Napoli, ed aveva immediatamente ricevuto

            ordine di passare sull’Uarsciek, che era subito partito per


            Messina), ricordò in seguito il pranzo speciale per tutto

            l’equipaggio organizzato in onore di Santa Lucia, cui il

            comandante era particolarmente devoto: “Trascorremmo

            due ore bellissime. Poi l'ordine: la festa è finita, tutti ai

            propri posti”.

            Niente altro avvenne fin verso le tre di notte del 15

            dicembre, quando l’Uarsciek, stando in superficie, avvistò

            a distanza ravvicinata, circa 45-50 miglia a sud/sudest di

            Malta, un gruppo di unità che vennero identificate come

            un incrociatore e tre cacciatorpediniere. Si trattava in

            realtà di due soli cacciatorpediniere, il

            britannico Petard (capitano di corvetta Mark Thornton) ed

            il greco Vasilissa Olga (capitano di corvetta Georgios

            Blessas), in navigazione da Bengasi – da dov’erano partiti

            il 14 dicembre – a Malta.


            Secondo il racconto del silurista Michele Caggiano, fu la

            vedetta di poppa, proprio mentre ci si preparava al

            cambio della guardia, ad avvistare a ridotta distanza una

            nave che sembrava seguire il sommergibile emettendo
   2   3   4   5   6   7   8   9   10   11   12