Page 4 - Urasciek
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raggiungere Augusta, e poi di prendere il mare per una
missione al largo di Malta.
Dei 47 uomini di equipaggio presenti a bordo in
quell’uscita, soltanto il 30 % avevano già prestato servizio
sull’Uarsciek in precedenti missioni; il 15 % erano marinai
di leva al primo imbarco, il 55 % sommergibilisti trasferiti
all’Uarsciek da altri battelli. Il comandante Arezzo della
Targia era febbricitante, in cattive condizioni di salute; il
direttore di macchina, tenente del Genio Navale Lorenzo
Coniglione, imbarcato da un paio di mesi, era stato in
precedenza già sbarcato dall’Uarsciek per grave
esaurimento nervoso.
Era invece sbarcato subito prima di questa missione il
sottocapo elettricista Brunetto Montagnani, che aveva già
“giocato” la morte una prima volta: assegnato
all’equipaggio del sommergibile Medusa, si trovava a casa
in licenza quando questo era stato affondato con la
morte di 58 dei 60 uomini a bordo, nel gennaio 1942.
Dopo la perdita del Medusa era stato trasferito
sull’Uarsciek, dove aveva avuto la sorpresa di incontrare
come comandante il tenente di vascello Arezzo della
Targia, anch’egli imbarcato sul Medusa (era stato uno dei
due soli sopravvissuti): “All’imbarco, quando legge
Montagnani, alza gli occhi e mi riconosce. Mi saluta
festosamente, felice di essere ancora insieme dopo i tragici
fatti”. Tuttavia, per Montagnani era giunto l’ordine di
trasferimento a Taormina per un periodo di
“ossigenazione”, cui i sommergibilisti dovevano
sottoporsi dopo aver accumulato un certo numero di ore