Page 21 - Urasciek
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questi si fermò dov’era e bloccò tutti gli uomini che erano

            dietro di lui, e che stavano insistendo perché uscisse. Le

            raffiche cessarono un’altra volta, ma ripresero di nuovo

            quando Di Serio e compagni uscirono: Di Serio vide i

            traccianti multicolori uscire dalle canne delle mitragliere,

            per poi allargarsi. Cercò riparo dietro la torretta.

            Il mitragliamento fu tanto devastante quanto breve:

            dopo poco tempo gli spari cessarono, il fascio di luce

            cambiò direzione, il ponte ricadde nella penombra.

            Quando il Petard urtò l’Uarsciek col suo lato di dritta, il


            sommergibile sbandò di ben 90 gradi a sinistra, e Michele

            Caggiano cadde verso il mare; per sua fortuna la

            ringhiera verticale di protezione lo trattenne, e non

            appena l’Uarsciek tornò in assetto si ritrovò di nuovo in

            coperta. Il sommergibile sembrava ancora in movimento;

            Caggiano sentì la voce del suo comandante morente,

            sempre più flebile, come se in allontanamento; credette

            che Arezzo fosse caduto in mare quando l’Uarsciek era

            sbandato in seguito alla collisione.

            In effetti era accaduto proprio questo: Domenico Di

            Serio, rifugiatosi dietro alla torretta per scampare al

            mitragliamento, aveva visto il comandante Arezzo disteso

            in coperta verso poppavia; insieme ad un marinaio

            siciliano, lo aveva raggiunto e lo aveva afferrato per le

            braccia, cercando di trascinarlo verso la torretta, ma un


            colpo di mare aveva trascinato in acqua l’ufficiale. (Guido

            Morassutti, comandante di sommergibile ed amico di

            Arezzo della Targia, racconta invece una versione diversa:

            il comandante Arezzo sarebbe stato ucciso da un colpo
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