Page 18 - Urasciek
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cercando di tenere l’equipaggio italiano sottocoperta per

            impedire l’autoaffondamento del sommergibile, e

            sembra invece piuttosto critico verso lo sbarco del

            comandante del Petard causato, apparentemente, da

            questo episodio ed in particolare dalla denuncia di

            Prendergast.

            Nella confusione il Petard, tentando di abbordare

            l’Uarsciek senza rendersi conto che questo era ancora in

            movimento ed ormai fuori controllo, entrò anche in

            collisione con il sommergibile, urtandolo con la prua e


            “salendo” sul suo scafo, subendo qualche danno a prua

            (una “rientranza” di circa un metro e venti centimetri, e

            danni alla carena tali da richiedere riparazioni in bacino –

            poi effettuate ad Alessandria nel gennaio 1943 –, anche

            se nel complesso la galleggiabilità della nave non fu

            minacciata, ed il Petard rimase in grado di navigare ad

            almeno 20 nodi).

            Reg Crang, radiotelegrafista imbarcato sul Petard, dà nel

            suo diario una descrizione molto vivida di quei momenti:

            “Mentre uomini nudi emergevano dalla torretta per saltare

            sul ponte, entrambe le navi aprirono una scarica assassina

            di fuoco. Nessuno sul ponte poté scampare al massacro.

            Dopo una lunga pausa senza più tiro, il Petard si avvicinò.

            Alcuni altri uomini nudi uscirono [dal sommergibile],

            pensammo per arrendersi, ma una mitragliera sul ponte di


            comando aprì il fuoco ed iniziò a falciarli. Il nostro

            equipaggio era inorridito da quello che si pensava essere un

            atto di vendetta personale del comandante [Thornton]. Per

            fortuna si fermò ben presto, ma a questo punto il Petard era
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