Page 20 - Urasciek
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Molto simili sono le scene raccontate dal marinaio
silurista Catello Iovino, ventiduenne, da Castellammare di
Stabia. Operaio del cantiere navale di Castellammare,
chiamato alle armi nel 1941, Iovino faceva parte di quel
15 % dell’equipaggio che era al suo primo imbarco: era
stato infatti da poco mandato ad Augusta in attesa di
imbarco, dopo aver completato l’addestramento alla
Scuola Sommergibilisti di Pola, ed era stato assegnato
all’Uarsciek proprio per quella missione, in sostituzione di
un silurista che era sbarcato poco prima della partenza
perché improvvisamente colto da febbre. Al momento
dell’attacco, Iovino si trovava nella camera di lancio
poppiera dell’Uarsciek; quando il sommergibile emerse
salì sul ponte di coperta, spazzato dalle raffiche di
mitragliera. Vide il comandante ed i mitraglieri morti sulla
torretta, ed i serventi del cannone tutti caduti al loro
posto; i superstiti avevano alzato le mani, ma il fuoco
delle mitragliere continuava. Iovino si lasciò scivolare
lungo la carena del sommergibile, ferendosi sui denti di
cane, e finì in mare.
Sottocoperta il direttore di macchina Coniglione, insieme
a tre marinai tra cui Domenico Di Serio, effettuò le
manovre per autoaffondare il sommergibile (manovre
che tuttavia dovettero risultare inefficaci), dopo di che il
personale si radunò ai piedi della scaletta che portava in
torretta, per uscire. Il mitragliamento era cessato, ma
non appena Di Serio – che era il primo – mise fuori la
testa, venne riaperto il fuoco; una raffica colpì il portello,
ferendo leggermente Di Serio con le sue schegge, e