Page 15 - Urasciek
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anche il Vasilissa Olga puntò i suoi proiettori
sull’Uarsciek – e diede ordine ai serventi di tutte le sue
mitragliere da 20 e 40 mm di aprire il fuoco su di esso,
con l’intenzione di impedire qualsiasi tentativo di
reazione od autoaffondamento da parte italiana, senza al
contempo causare danni troppo gravi al sommergibile (lo
storico e sommergibilista Clay Blair scrive che la politica
dell’Ammiragliato britannico era di costringere, col fuoco
delle mitragliere, gli equipaggi dei sommergibili a restare
sottocoperta per impedire loro di tentare
l’autoaffondamento, e che Thornton si attenne a queste
disposizioni).
Il tiro delle mitragliere Oerlikon da 20 mm e delle
micidiali “pom-pom” quadrinate da 40 mm ebbe infatti
un effetto devastante sull’equipaggio dell’Uarsciek,
falciando quasi tutti coloro che tentarono di salire in
coperta od in torretta. Per due volte i mitraglieri
del Petard, ritenendo eccessivo proseguire il
mitragliamento, smisero di sparare, e per due volte
Thornton ordinò loro di riaprire il fuoco; secondo il libro
"Codice Enigma" di Hugh Sebag-Montefiore, lo stesso
comandante del Petard impugnò personalmente una
mitragliera ed aprì il fuoco sugli uomini visibili sul ponte
dell’Uarsciek. Le circostanze e la natura di quest’ultima
azione rimangono piuttosto controverse: mentre alcune
fonti britanniche la giustificano come un normale atto di
guerra finalizzato a stroncare ogni tentativo di reazione
od autoaffondamento da parte dell’equipaggio italiano
(“il sommergibile, gravemente danneggiato, non accennava