Page 17 - Urasciek
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dell’equipaggio non era stato particolarmente

            impressionato dalla carneficina, si era trattato di un

            legittimo atto di difesa da parte del Petard e comunque

            quei marinai erano ormai abituati a scene simili (anche

            se lo stesso Tipping nell’intervista menzionò che ad

            “alcune persone” non “era piaciuto” l’ordine di sparare

            sugli uomini che correvano sulla coperta del

            sommergibile, ma che il comandante Thornton aveva

            detto che stavano cercando di armare il cannone,

            dunque “o noi o loro”).


            In un saggio sulla perdita dell’Uarsciek pubblicato nel

            2006 dallo storico Franco Prosperini si parla di due

            distinte azioni di fuoco che si abbatterono sul

            sommergibile, spazzandone il ponte di coperta con

            raffiche di mitragliera: la prima si verificò subito dopo

            l’affioramento e causò la morte del comandante Arezzo

            della Targia, del comandante in seconda Dapiran e del

            nostromo Mazzotti; a questo punto l’ufficiale di rotta

            diede l’ordine di abbandonare l’unità, e mentre

            l’equipaggio iniziava a salire in coperta il Petard aprì

            nuovamente il fuoco, tirando soprattutto contro la zona

            prodiera attorno al cannone (questa versione

            sembrerebbe dunque coerente con la posizione secondo

            cui anche la seconda azione di fuoco era semplicemente

            mirata ad impedire una reazione da parte dell’Uarsciek;


            infatti Prosperini non parla, da parte sua, di condotta

            “esagerata” o criminale del comandante Thornton).

            Clay Blair, di converso, ritiene che Thornton si fosse

            semplicemente attenuto alle direttive dell’Ammiragliato,
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