Page 7 - saetta
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terribile, il Saetta, spezzato in chiglia, si piegò a “V”. Al
Comandante Picchio non rimase che ordinare di
abbandonare la nave.
Furono messe in mare le zattere e l’equipaggio si gettò in
acqua, mentre i due tronconi s’infilavano rapidamente
sotto la superficie. Il Comandante in seconda Traverso
indossò il salvagente e rimase in plancia ad attendere,
assieme al Comandante Picchio; quando l’acqua
raggiunse la plancia, Traverso si gettò in mare, seguito da
Picchio, che fu così l’ultimo ad abbandonare la nave. Una
volta in acqua, Traverso dovette nuotare affannosamente
per evitare di essere travolto dalle sovrastrutture della
controplancia e dell’albero prodiero, che si stavano
abbattendo nella sua direzione; nuotando verso la
zattera più vicina, vide la sua nave che affondava
sollevando verso il cielo le eliche e la prua.
La fine del Saetta fu rapidissima: in capo a cinquanta
secondi, del cacciatorpediniere non restavano più che
pochi rottami, zattere e decine di naufraghi.
Alle 9.51 il caposcorta Tagliamonte ordinò alla Clio di
mettere a mare il suo battello per recuperare i naufraghi
del cacciatorpediniere, ma mantenendosi nella posizione
in cui si trovava, onde evitare che finisse anch’essa sulle
mine. Non è chiaro se tale ordine sia mai stato ricevuto
dalla Clio (nel brogliaccio delle ultracorte della Sirio venne
annotato il ricevuto, ma dal rapporto di navigazione
della Clio non risulterebbe invece la ricezione di tale
messaggio), ma in ogni caso Tagliamonte, riflettendo per