Page 12 - saetta
P. 12

ancora vivi quando sorse il sole; attesero fino a

            mezzogiorno prima di buttare in mare la salma di Aiello.

            La giornata del 4 febbraio fu meno terribile di quella

            precedente: il vento era pressoché cessato ed anche il

            mare andava rapidamente calmandosi; il sole riscaldò

            con la sua luce i naufraghi semiassiderati. Nonostante il

            netto miglioramento delle condizioni meteorologiche,

            tuttavia, passò tutto il giorno senza che si vedesse traccia

            di mezzi di soccorso di qualsiasi tipo.

            Traverso si rese conto che nessuna nave era in vista


            perché il mare aveva portato la zattera in mezzo ai campi

            minati, ergo soltanto un idrovolante avrebbe potuto

            soccorrerli; senza rivelarlo, per non aumentare lo

            scoramento degli altri naufraghi – cui pareva di essere

            stati abbandonati al proprio destino –, cercò di

            convincerli che dovevano certamente esservi dei gravi

            motivi che impedivano l’arrivo delle unità soccorritrici.

            Essendo non lontani da Capo Bon, Traverso ordinò che i

            marinai, a turno, remassero verso la costa; in cuor suo

            non credeva possibile raggiungere la terra, stante la

            scarsissima governabilità della zattera, ma riteneva che

            questa illusione servisse almeno a distrarre i marinai e a

            dar loro speranza, mantenendone alto il morale. Siccome

            uno dei due remi in dotazione alla zattera era stato

            portato via dal mare, Traverso fabbricò un secondo remo


            legando con un fazzoletto una scatoletta di carne

            appiattita alla gaffa d’accosto.

            Prima di notte i naufraghi vennero sorvolati da un aereo

            tedesco, il quale lanciò loro un’altra zattera, che però non
   7   8   9   10   11   12   13   14   15   16   17