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L'affondamento del



                           Cacciatorpediniere Saetta



            Alle 5.30 del mattino del 3 febbraio 1943 il Saetta, al

            comando del Capitano di Corvetta Enea Picchio, lasciò

            Biserta insieme alle torpediniere Sirio (capitano di

            corvetta Sandro Cetti, caposcorta) e Clio (Tenente di

            Vascello Carlo Brambilla) ed alle torpediniere di

            scorta Monsone (Capitano di Fregata Emanuele Filiberto

            Perucca) ed Uragano (Capitano di Corvetta Luigi

            Zamboni), per scortare a Napoli la grossa nave

            cisterna Thorsheimer, che rientrava scarica in Italia.

            Capoconvoglio era il Capitano di Vascello Corrado

            Tagliamonte, Comandante della flottiglia di scorta di

            Napoli, in quell’occasione imbarcato sulla Sirio, il cui

            Comandante – Capitano di Corvetta Sandro Cetti –


            ricopriva invece l’incarico di caposcorta.

            Il cielo era sereno, ma la visibilità risultava mediocre; il

            mare era molto agitato, con forte vento da maestrale che

            aveva preso a soffiare durante la notte.

            Le sei navi uscirono da Biserta in linea di fila ed a lento

            moto, poi accelerarono fino a raggiungere la velocità

            stabilita per la navigazione. Alle 6.50, al traverso dell’Isola

            dei Cani (una decina di miglia a nordest di Biserta), il

            convoglio assunse la formazione su colonne parallele:

            il Saetta e l’Uragano proteggevano la Thorsheimer sul lato

            di dritta, mentre Sirio e Clio facevano lo stesso su quello

            sinistro; la Monsone conduceva la navigazione,
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