Page 17 - Da Barbiano
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La stessa decorazione fu  conferita alla memoria del giovane

            tenente  del  Genio  Navale  Franco  Storelli,  imbarcato  sul Da
            Barbiano dal  precedente 25 luglio. Storelli, accorso nelle sale

            caldaie invase dal vapore quando già la sua nave era

            mortalmente colpita, fortemente sbandata ed al buio, tentò in
            ogni modo di garantire il funzionamento dell’apparato motore. Il

            fumo degli incendi ed il vapore, dilagato ovunque, impedivano di

            vedere  e  respirare,  ma  Storelli  continuò  egualmente  nel  suo

            lavoro; quando  gli  fu  chiesto di mettersi  in  salvo,  disse  ai  suoi
            sottoposti di salvarsi e che per parte sua intendeva fare fino

            all’ultimo  il  suo  dovere  per  salvare  la  nave,  o  almeno

            prolungarne l’esistenza. Anche lui seguì la nave in fondo al mare.

            Il puntatore mitragliere Mario (Giulio) Ottonello di Varazze, che
            si trovava di guardia su una plancetta, fu gettato in coperta  e

            perse momentaneamente i sensi. Quando rinvenne, Ottonello

            capì che la nave stava affondando, quindi  si tolse scarpe,
            pantaloni e cappotto e si gettò in mare.

            Nel giro di una decina di  minuti, l’Alberico Da Barbiano si

            capovolse ed affondò in un mare di fiamme, scomparendo sotto

            la superficie alle 3.35 del 13 dicembre, un miglio e mezzo ad est
            del  faro  di  Capo  Bon,  in  posizione  37°04’  N  e  11°07’  E.  Sulla

            superficie rimasero centinaia  di naufraghi ed una immensa

            chiazza di carburante in fiamme. Molti di coloro che si erano

            buttati per ultimi non riuscirono a sfuggire all’enorme marea di
            benzina incendiata che galleggiava sulla superficie, e che

            continuò a bruciare per tutta la notte.


            Mentre questo  accadeva, si era svolto  anche  il dramma del Di

            Giussano. Parzialmente  coperto  dalla  massa  della propria  nave

            ammiraglia, il secondo incrociatore non aveva subito una eguale
            pioggia di cannonate, siluri e  colpi di mitragliera, ma quanto

            giunto a destinazione  –  compreso un siluro, quello

            del Legion che  aveva mancato a poppa  il Da Barbiano –  fu
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