Page 56 - Zara
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cacciatorpediniere britannici vennero inviati a finire coi siluri i

            relitti galleggianti delle navi italiane (per il Fiume non ve ne fu
            bisogno, dato che affondò da solo per i tremendi danni subiti).

            Cunningham  aveva inizialmente destinato a  questo  compito

            lo Stuart e l’Havock, cui aveva ordinato alle 22.41 di dare il colpo
            di grazia agli incrociatori italiani, visibili  –  immobilizzati ed in

            fiamme – verso sud, su  rilevamento 150°. Lo Stuart avvistò alle

            22.59 lo Zara in fiamme ed immobilizzato ad un paio di miglia di

            distanza, con l’Alfieri (sul momento scambiato anch’esso per un
            incrociatore) che gli girava intorno (aveva il timone danneggiato,

            e per questo stava girando in tondo). Lo Stuart lanciò otto siluri

            contro  le  due  navi,  senza  colpire;  poi  si  avvicinò  al  già

            malconcio Alfieri e lo affondò con cannone e siluro. Mentre così
            faceva, si verificò un’esplosione su uno degli incrociatori in

            fiamme, cui seguirono nuovi e più grandi incendi.

            L’Havock ingaggiò  ed affondò  il Carducci,  dopo  di  che  si  diresse
            verso lo Zara (sul quale era visibile un solo incendio, vicino alla

            plancia) per finirlo; alle 23.30 gli lanciò contro i quattro siluri che

            gli erano rimasti, ma nessuno andò a segno. A questo punto il

            cacciatorpediniere  sparò  un  proiettile  illuminante,  e  poi  due
            salve d’artiglieria contro lo Zara. Il proiettile illuminante rivelò

            però la presenza, poco lontano (verso nordest), di un’altra

            grossa nave, immobilizzata: era il Pola, “dimenticato” nei

            concitati momenti del massacro della I Divisione. Erano le 23.45;
            dopo aver sparato alcuni colpi contro di esso, alle 00.20 del 29

            marzo          l’Havock richiamò             sul Pola l’attenzione             degli       altri

            cacciatorpediniere. Dato però che il cacciatorpediniere
            britannico  non  aveva  acceso  il  proiettore  e  non  aveva  visto

            molto bene che nave fosse quella che aveva attaccato, riferì di

            aver avvistato non un incrociatore classe Zara, ma una corazzata

            classe Littorio: i britannici speravano di riuscire a raggiungere
            la Vittorio Veneto, il cui affondamento avrebbe suggellato la loro
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