Page 44 - Zara
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diminuire i giri, fino a fermarsi completamente. Lo Zara seguitò
a manovrare per pochi minuti, con leggero abbrivio in avanti, poi
si fermò con la prua rivolta a nord. Una nave in fiamme lo
superò passando sulla dritta; forse era il Fiume, sospinto
dall’abbrivio.
Le tre corazzate di Cunnigham spensero i proiettori alle 22.32
(per altra fonte, cessarono il fuoco alle 22.35) ed accostarono ad
un tempo di 90° sulla dritta per evitare inesistenti siluri lanciati
dai cacciatorpediniere italiani, dei quali credevano di aver visto
le scie, dopo di che si allontanarono rapidamente dal luogo del
massacro. “Il tiro a segno nel luna park di Matapan”, come lo
definì poi, in modo non inesatto, lo storico Giorgio Giorgerini,
era durato non più di tre minuti: tanto era bastato a
ridurre Zara, Fiume, Alfieri e Carducci a relitti galleggianti. Solo
l’Oriani ed il Gioberti riuscirono scampare, il primo danneggiato.
La Vittorio Veneto e le altre navi di Iachino erano in quel
momento a decine di miglia di distanza: videro i bagliori degli
incendi e sentirono le cannonate e le esplosioni.
Iachino descrisse così in seguito quello che vide: “il caposervizio
di vigilanza sull'ala di plancia - è Iachino che racconta - viene di
corsa ad avvertirmi che si vedono di poppa grandi bagliori e
vampate di salve di grossi cannoni. Balzo dal mio seggiolino e
corro anch'io a guardare verso poppa, dove trovo alcuni ufficiali
che stanno immobili e silenziosi, allibiti dinanzi al terribile
spettacolo che si presenta ai loro occhi. Molto distanti, di poppa
a noi, si vedono grandi vampate rossastre susseguirsi
rapidamente, mentre fasci vividi di proiettori sciabolano la notte
in tutte le direzioni... È evidente che si tratta di un
combattimento in cui si trova impegnata la nostra Prima
Divisione. Non si vedono però i proiettili illuminanti delle nostre
navi...”.