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della Vittorio          Veneto risultò            inefficace.          Solo        l’Orion ed

            il Gloucester (per altre fonti anche il Perth) subirono lievi danni
            per proiettili caduti vicini. Alle 10.57 vennero avvistati sei aerei

            che si rivelarono poi essere aerosiluranti britannici Fairey

            Albacore  (decollati dalla Formidable), che alle  11.18 passarono
            all’attacco: la Vittorio Veneto accostò sulla dritta, e  la XIII

            Squadriglia si portò in posizione adatta ad impedire l’attacco,

            aprendo intenso tiro contraereo; alle 11.25  gli aerosiluranti

            lanciarono, ma dovettero farlo da una distanza eccessiva,  e
            nessun siluro andò a segno.

            L’attacco aerosilurante aveva però obbligato le navi italiane  a

            cessare il fuoco, consentendo  alla Forza B di  sfuggire ad una

            situazione di grave pericolo. In tutto, le navi di Iachino avevano
            sparato 94 colpi da 381 mm e 542 da 203 mm.

            In questa zona le navi di Iachino avrebbero dovuto fruire della

            copertura  aerea dei caccia di Rodi (dodici caccia FIAT CR.  42
            dell’Aeronautica dell’Egeo, muniti di serbatoi supplementari per

            incrementarne  l’autonomia,  di  base  a  Scarpanto),  ma  questi

            velivoli non ci fu traccia (per altra fonte furono presenti sul cielo

            della formazione, ma solo  saltuariamente ed in numero
            modesto, nel corso della mattinata); intervennero invece due

            aerei tedeschi (gli unici che si videro durante tutta la battaglia),

            due Junkers Ju 88 che tentarono valorosamente d’ingaggiare i tre

            caccia Fairey Fulmar di scorta agli aerosiluranti. Il violento
            scontro  aereo  finì  male  per  i  tedeschi:  uno  Ju  88  venne

            abbattuto  –  la  prima e  più  dimenticata  perdita  dell’Asse

            nell’operazione «Gaudo»  –, e l’altro messo  in fuga. Le navi
            italiane non si accorsero neanche dell’intervento degli Ju 88.

            Frattanto, alle  11.07,  la  I  Divisione  avvistò  un sommergibile

            a 3000 metri per 280°, comunicandolo  alla nave ammiraglia;

            probabilmente si trattava di un falso allarme.
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