Page 43 - Urasciek
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tempo faceva sopra: "Fa freddo, c'e' nebbia e non si vede ad
un palmo dal naso".
Non aveva ancora finito di pronunciare queste parole che
suono' l' allarme. Dalla torretta chiesero i segnali di
riconoscimento che io preparavo tutti i giorni con lampade
di diversi colori. Da bordo inviammo i segnali prescritti
senza ottenere risposta.
Il Comandante si accorse che erano inglesi che, con il loro
radar, ci avevano intrappolato. Fece in tempo a dare l'ordine
di lanciare il siluro dal tubo n. 1 . Il siluro parti' e suono' la
sirena della rapida immersione. Eravamo a pochi metri di
profondita' e si senti una deflagrazione del siluro che aveva
colpito. Scendemmo senza avvertire scoppi di bombe.
Scendemmo ancora, fino ad 80 metri. Sul nostro scafo si
sentiva si sentiva di continuo il rumore del peritero nemico
che ci stava cercando. Eravamo immobili per non fare
rumore. Ormai, pero', gli inglesi conoscevano la nostra
posizione e lanciarono un grappolo di otto cariche che
scoppiarono una dietro all'altra. Le luci si spensero e dalle
pareti del battello si stacco' la pittura, che si poso' sul
pavimento come una nevicata. Sul brogliaccio di bordo
scrissi questa frase "ore 01.00. Otto bombe di profondita'
scoppiano vicino allo scafo". Scendemmo fino a 100 metri
con un solo motore, per non fare rumore, controllando che
tutto funzionasse a dovere.
Il Comandante e il direttore di macchina avevano la
responsabilita' di tutto cio' che sarebbe potuto accadere
d'ora in poi. Una grande responsabilita'.