Page 46 - Urasciek
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Nel campo di prigionia parlai di questo episodio con altri
superstiti, ma tutti mi dissero di non aver visto nulla. Forse
chi aveva visto mori' in combattimento.
Quando gli inglesi finirono di sparare, spensero i riflettori e
se ne andarono lasciandoci in mare, nell'oscurita'.
L'Uarsciek non affondava, forse per qualche avaria ai
comandi d'immersione. Decisi di andare in camera di
manovra, ma nel buoi inciampai nel cadavere di un
compagno caduto e un onda mi butto' in mare. Faceva
freddo. Non ricordo per quanto tempo rimasi in acqua.
Forse due ore, forse quattro, non so, ma comunque, un
tempo che mi parve interminabile.
Gli inglesi ritornarono sul posto, accesero i riflettori,
recuperarono noi naufraghi e presero a rimorchio l'Uarsciek
che pero', assai prima di arrivare a Malta, si inabbisso'. Cio'
dimostra che le manovre di autoaffondamento del battello
furono eseguite senza errori.
Al campo di concentramento di Malta ci ritrovammo in 13,
compreso il direttore di macchina, mentre altri 4 di noi,
gravemente feriti, furono ricoverati all'ospedale”.