Page 37 - Urasciek
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“Il battello da qualche giorno era in agguato a Sud di Malta.
La sera del 13 dicembre 1942, alle ore 22.00 fui chiamato in
plancia, dove il Comandante mi chiese se per la mezzanotte
fosse stato possibile preparare una pizza per tutto
l’equipaggio (ero il consegnatario ai viveri) per festeggiare
Santa Lucia, patrona di Siracusa, sua città natale. La cosa fu
fattibile. All’alba del 14, mentre erano in corso i preparativi
per il cambio della guardia (Diana), la vedetta del settore
poppiero avvistò, a poca distanza, una nave che, mentre ci
inseguiva, inviava tre segnali, luminosi verdi, per il
riconoscimento. Dato l’allarme, il Comandante ordinò il
lancio dei siluri 5 e 6 dalla camera di lancio addietro e
successivamente fischiò l’immersione rapida. Il battello
s’immerse e raggiunse velocemente la profondità di cento
metri per poi toccare i centosessanta metri con notevole
appruamento. Da questa profondità iniziò una risalita tanto
veloce da giungere in breve tempo all’affioramento e, poi,
cominciò subito la ridiscesa. Durante l’alternanza delle
suddette manovre vi fu una prima esplosione. Stranamente
non fu udito il solito ronzio delle eliche sulla verticale come
normalmente accadeva. Comunque, dopo un brevissimo
tempo, mentre il battello ridiscendeva, (questa volta pesante
di poppa) vi fu una seconda esplosione. Dall’interfonico
furono chiari i momenti di confusione in camera manovra.
Ad un tratto il Comandante ordinò l emersione per attaccare
anche col pezzo “Li facciamo fuori così!” esclamava. Fu,
perciò, chiamato l’armamento al pezzo. Facevo parte
dell’armamento e raggiunsi il portello della garitta di prora