Page 4 - Trento
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della Great Eastern Railway da circa 3.000 t convertite in

            trasporti truppe), che poi diressero su Tobruch. Mentre

            ancora erano in corso gli attacchi aerei, verso le 18:45

            Vian ricevette un'altra pessima notizia: ricognitori aerei

            segnalarono l'uscita in mare della flotta italiana da

            Taranto, diretta a tagliare la rotta del convoglio

            britannico.


            L'affondamento del Trento


            Con la posizione e la rotta del convoglio ormai chiara, nel

            tardo pomeriggio del 14 giugno Supermarina ordinò alla

            squadra da battaglia italiana di lasciare la base di Taranto

            con l'obiettivo di intercettare le unità britanniche la


            mattina seguente: agli ordini dell'ammiraglio di

            squadra Angelo Iachino salparono le navi da

            battaglia Littorio e Vittorio Veneto, gli incrociatori pesanti

            Trento e Gorizia e gli incrociatori leggeri Giuseppe

            Garibaldi ed Emanuele Filiberto Duca d'Aosta, scortati da

            dodici cacciatorpediniere. Per la prima volta nella sua

            storia la flotta italiana prese il mare potendo contare sul

            supporto di un sistema radar: il cacciatorpediniere

            Legionario infatti imbarcava un apparecchio tedesco

            Fu.Mo. 24/40Ggl «De.Te.» (Dezimetre Telegraphie) che,

            sebbene utile per coordinare le manovre notturne della

            squadra ed avvistare con un certo anticipo gli attacchi

            aerei nemici, fornì un rendimento relativo in quanto

            disturbato dagli echi generati dalle molte imbarcazioni

            vicine e perché, installato come era su una sola unità, le


            sue segnalazioni arrivavano in ritardo alle altre navi.
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