Page 11 - Trento
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piroscafi carichi, una petroliera, una motocannoniera ed
un drifter; gli incrociatori Liverpool e Newcastle ed i
cacciatorpediniere Partridge, Badsworth e Matchless riport
arono gravi danni che li obbligarono a rimanere fuori
servizio per diversi mesi, mentre danni più leggeri furono
riportati dagli incrociatori Cairo, Arethusa e Birmingham,
unitamente ad un dragamine ed a tre mercantili. Si
aggiunse poi la perdita di trenta velivoli. La perdita della
petroliera Kentucky e delle sue 10.000 t di carburante fu
un grave problema per la forza aerea dell'isola, a corto di
benzina avio e che aveva contato proprio su questo
rifornimento, tanto che la situazione venne definita
"disperata".
La Regia Marina italiana riportò la perdita
dell'incrociatore pesante Trento ed il grave
danneggiamento del cacciatorpediniere Vivaldi, insieme
ai danni più leggeri patiti dalla nave da battaglia Littorio;
l'affondamento dell'incrociatore fu un duro colpo per la
flotta italiana, compensato tuttavia dal totale fallimento
dell'operazione Vigorous: i bollettini italiani emessi dopo
lo scontro rimarcarono notevolmente la ritirata delle
unità di Vian, dipingendola come una fuga davanti alle
navi di Iachino. Il successo fu molto sfruttato
dalla propaganda italiana, che diede molta risonanza allo
scontro anche come forma di riscatto da precedenti
insuccessi patiti nel Mediterraneo dalle forze dell'Asse. Le
perdite delle forze aeree dell'Asse ammontarono a
ventotto velivoli italiani e quattordici o quindici tedeschi.