Page 4 - Attendolo
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notti insonni, ma fino a quel momento i danni materiali
erano stati piuttosto contenuti, le vittime civili
relativamente poche.
Né i marinai dell’Attendolo e delle altre navi, né gli abitanti
di Napoli potevano saperlo, ma tutto ciò stava per
cambiare radicalmente.
Un nuovo nemico si affacciava sul Mediterraneo: l’USAAF,
l’aviazione dell’esercito degli Stati Uniti. Ben presto le
popolazioni del Sud Italia avrebbero imparato la
differenza tra bombardamenti da parte della RAF e
dell’USAAF: non più pochi bombardieri bimotori come i
Vickers Wellington ed i Bristol Blenheim, ma decine di
grossi quadrimotori Boeing B-17 “Flying Fortress” e
Consolidated B-24 “Liberator”.
Un’altra novità era nelle modalità operative dei due
attaccanti: la RAF aveva sempre bombardato di notte, col
favore del buio; l’USAAF, che faceva volare i propri
bombardieri a quota assai superiore (ben al di fuori del
raggio massimo dell’artiglieria contraerea), attaccava
invece di giorno.
Fu dunque una sorpresa quando, alle 16.45 del 4
dicembre 1942, i marinai delle navi italiane ed i cittadini
di Napoli si ritrovarono sotto una pioggia di bombe.
La sfortuna ci mise del suo; non solo non ci si aspettava
un’incursione aerea diurna – non ce n’erano mai state –,
ma era appena arrivato, senza preavviso, un gruppo di
una ventina di aerei da trasporto Junkers Ju 52 della
Luftwaffe, diretti all’aeroporto di Capodichino, proprio
dal Nordafrica (in questo caso, dalla Tunisia). Quando