Page 10 - Attendolo
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a galla, ma le riparazioni sarebbero terminate soltanto a

            metà luglio del 1943.

            Più fortuna ebbe l’Eugenio di Savoia, che non fu centrato

            da nessuna bomba; un singolo ordigno, però, cadde

            vicinissimo a poppa sinistra, uccidendo 17 uomini,

            ferendone 46 e causando danni che richiesero 85 giorni

            di riparazioni.

            Secondo un rapporto datato 13 dicembre, le perdite a

            bordo delle unità della VII Divisione ammontarono in

            tutto a 252 tra morti (2 ufficiali e 43 tra sottufficiali e


            marinai) e dispersi (6 ufficiali e 201 tra sottufficiali e

            marinai) oltre a 174 feriti. A terra avevano perso la vita

            altri 37 militari e 179 erano rimasti feriti gravemente (le

            perdite a terra, però, riguardavano tutto il personale

            militare italiano e tedesco, non solo quello della VII

            Divisione).

            Delle altre navi presenti nel porto, le tre corazzate della

            IX Divisione non furono toccate; subirono lievi danni la

            torpediniera di scorta Fortunale (colpita da schegge) e la

            moderna motonave da carico Foscolo (piccolo incendio a

            bordo), e danni di varia entità furono riportati anche

            dalle piccole vedette foranee V 10 Eugenio, V 55 Maria S. S.

            Ausiliatrice, V 101 San Francesco di Paola e V 303

            Ildebrando da Soana e da altri due motovelieri requisiti,

            il Costanza ed il Salvatore M.


            Gravissime furono le conseguenze anche per la città di

            Napoli: come nella maggior parte dei casi, il

            bombardamento risultò alquanto impreciso, e parecchie

            bombe mancarono il porto e finirono invece sui quartieri
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