Page 11 - Attendolo
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circostanti, seminando ovunque morte e distruzione.
Crollarono il Palazzo delle Regie Poste e numerose case
nei vicoli, a Riviera di Chiaia, a Toledo e nella zona
industriale; diversi rifugi furono centrati dalle bombe o
sepolti sotto le rovine, ed un grappolo di bombe centrò in
pieno due tram pieni di passeggeri, in via Monteoliveto,
facendoli a pezzi insieme a 47 persone. Molti gli abitanti
che, colti per strada dall’inaspettato bombardamento
diurno, si diedero ad una fuga disordinata senza
nemmeno sapere dove andare, mentre le bombe
piovevano tutt’intorno. Molti furono in seguito coloro che
ricordarono dei morti, decapitati dalle schegge mentre si
trovavano per strada, che continuavano a camminare
senza testa per qualche secondo, prima di cadere a terra.
Sotto le macerie dei tanti edifici distrutti, giacevano i
corpi di almeno 159 civili – forse molti di più –, mentre
altri 358 erano rimasti feriti. Nei giorni seguenti i
napoletani, confusi e storditi da tanta inaudita violenza,
fuggirono a migliaia verso Salerno, Sorrento, i paesi
vesuviani, qualsiasi luogo che fosse abbastanza lontano
dalle bombe; treni e strade furono intasati da gente che
sfollava con ogni mezzo disponibile, al punto che fu
stabilito che solo chi aveva un lasciapassare poteva
andarsene, così che molti, anche chi non aveva più una
casa, furono rimandati indietro. Gli sfollati occuparono
ogni alloggio disponibile nei paesi vicini; dopo tre giorni,
scuole elementari e medie sarebbero state chiuse a
tempo indeterminato.
Non un solo bombardiere statunitense venne abbattuto.