Page 29 - Urasciek
P. 29

ad essa, risalenti all’aprile-maggio 1943, sia possibile

            dedurre che la sua cattura risalga alla fine del 1942 od

            agli inizi del 1943. In tale periodo furono solo due i

            sommergibili italiani abbordati prima

            dell’autoaffondamento, con cattura di documenti:

            l’Uarsciek e l’Avorio, quest’ultimo perduto il 9 febbraio

            1943).

            Crang descrive poi con queste parole l’arrivo

            sul Petard dei sopravvissuti dell’Uarsciek: “Il rimorchio

            ebbe inizio ed iniziammo ad occuparci dei sopravvissuti.


            Erano molto amichevoli e contenti di essere in salvo,

            alquanto diversi dai tedeschi che avevamo raccolto [in

            occasione dell’affondamento dell’U 559, un mese e mezzo

            prima]. Per dirla tutta erano proprio come noi! Ne avevamo

            alcuni nella nostra mensa e presto iniziarono a mostrarci

            fotografie dai loro portafogli, che erano riusciti a salvare.

            Uno era molto orgoglioso della sua ragazza che aveva a

            casa, una ragazza tanto carina che sembrava sorridere

            soltanto per lui”. I feriti vennero curati dal medico di

            bordo del Petard, William Finbar Prendergast; uno di essi

            aveva un braccio ferito così gravemente che si rese

            necessario amputarlo. Eseguita l’operazione, Prendergast

            chiese ad un marinaio britannico di gettare l’arto in mare.

            Tra i pazienti di Prendergast c’era anche il sottocapo

            silurista Michele Caggiano, che ricordò in seguito di


            essere stato accolto sul Petard “con inaspettato calore

            umano”. Portato in infermeria, vi venne premurosamente

            curato; gli venne medicato il ginocchio ferito, furono

            estratte le piccole schegge metalliche dagli arti superiori
   24   25   26   27   28   29   30   31   32   33   34