Page 62 - Zara
P. 62
su una zattera raggiunta alle 5.25 del 1° aprile. Erano i
cannonieri Ernesto Bacci, Vittorio Balanzoni e Sabatino
Petrazzuolo, i marinai Giuliano Bobicchio, Onorato Perdomini,
Miroslavo Semoli e Vincenzo Venosa, il meccanico Stenio
Mezzetti.
Centinaia di salme furono avvistate in mare durante le ricerche;
solo sette furono recuperate, per le altre il cappellano
della Gradisca impartì da bordo l’Assoluzione.
Il 5 aprile, quando non vi era più nessuna speranza di trovare
altri superstiti, la Gradisca si rimise in viaggio per l’Italia. Giunse a
Messina alle 8.30 del 7 aprile, dove i superstiti furono sbarcati
alle 15. Cinquantacinque di essi necessitarono di ricovero
ospedaliero.
Le navi britanniche di ritorno dall’operazione giunsero ad
Alessandria d’Egitto alle 17.30 del 30 marzo, e qui sbarcarono i
naufraghi italiani recuperati, che furono trasferiti in un campo di
prigionia presso la città egiziana.
Gaetano Mazzella, che aveva perso il compaesano D’Arco nelle
acque di Capo Matapan, ne trovò un altro quando sbarcò ad
Alessandria: il sottocapo cannoniere Antonio Conte, unico altro
ponzese imbarcato sullo Zara. Si abbracciarono. Mazzella
sarebbe stato trasferito a Pretoria, in Sudafrica, qualche mese
dopo, e poi a Sheffield, in Inghilterra, nel marzo 1943; riuscì a far
sapere ai parenti che era vivo (ai prigionieri era concesso
spedire una cartolina ed una lettera al mese, scrivendo solo di
notizie strettamente personali). Sarebbe tornato in Italia solo
nella tarda primavera del 1947, essendo l’Europa troppo
devastata per poterla prima attraversare dall’Inghilterra all’Italia.
Dei 1086 uomini che componevano l’equipaggio dello Zara,
soltanto otto vennero recuperati dalla Gradisca e riportati in