Page 4 - Aviere
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Castrogiovanni era già stato naufrago: giovane

            guardiamarina sopravvissuto all'affondamento, in

            Adriatico, del cacciatorpediniere Nembo silurato da un U-

            Boot, con altri tre naufraghi aveva rifiutato d'essere

            salvato dall'equipaggio del sommergibile nemico per non

            cadere prigioniero, ed aveva raggiunto dopo molte ore la

            costa albanese, aggrappato ad una minuscola zattera

            improvvisata ricavata da un rottame del Nembo. Adesso,

            di nuovo in mare con i suoi uomini, Castrogiovanni

            rimase tranquillo ed imperturbabile: radunò i superstiti


            dell’Aviere ed incoraggiò tutti a resistere; poi, visto in

            acqua un marinaio sfinito che si teneva a malapena a

            galla, gli cedette il proprio posto su una zattera, e

            scomparve.

            Alle 12.30 dello stesso 17 dicembre le torpediniere

            Calliope e Perseo (che in precedenza erano state

            informate dell’affondamento dell’Aviere via radio),

            abbandonato un pattugliamento antisommergibile nelle

            acque tunisine, diressero per il luogo dell’affondamento

            dell’Aviere. Soltanto alle cinque del pomeriggio, tuttavia,

            le torpediniere arrivarono sul posto: entro quell'ora, il

            freddo di dicembre e la nafta che soffocava ed impediva i

            movimenti avevano ridotto di molto gruppo dei

            naufraghi. La Calliope raccolse due ufficiali e tre

            sottufficiali e marinai ancora vivi e due salme;


            la Perseo prese a bordo dodici superstiti, e pochi altri

            vennero salvati da una nave ospedale e da un

            idrovolante della Croce Rossa Italiana.
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