Page 3 - Aviere
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l’Ankara stessa, a 3650 metri dallo Splendid. Subito dopo,

            s'immerse a maggiore profondità (altra fonte indica

            erroneamente l’ora del siluramento come le

            11.40). L’Ankara avvistò i siluri e li evitò con la manovra,

            ma due di essi, alle 11.15, andarono invece a segno,

            colpendo l’Aviere. Scosso da una violenta esplosione, il

            cacciatorpediniere sbandò sulla dritta, si spezzò in due

            ed affondò in pochi attimi nel punto 38°00’ N e 10°05’ E

            (lo Splendid indicò invece la posizione come 37°53’ N e

            10°05’ E, circa 35 miglia a nord-nord-est di Biserta). (Per


            una versione, l’Aviere fu colpito perché fece da scudo

            all’Ankara.)


            Un centinaio di membri dell’equipaggio dell’Aviere

            riuscirono ad abbandonare la nave, ma si ritrovarono in


            acqua in mezzo ai rottami e con soltanto due zattere

            Carley, staccatesi dalle sovrastrutture durante

            l’affondamento, a disposizione. Il Camicia Nera (che

            secondo il comandante dello Splendid effettuò un breve

            contrattacco) e l’Ankara, temendo che lo Splendid potesse

            colpire ancora, non si fermarono a recuperare i

            naufraghi, ma si allontanarono invece alla massima

            velocità (il timore di nuovi attacchi subacquei non era

            infondato: già alle 11.54, infatti, le due navi superstiti

            vennero avvistate a nord di Capo Blanc dall’HMS Saracen,

            che alle 12.13 lanciò quattro siluri contro l’Ankara ed

            il Camicia Nera, mancandoli). Tra gli uomini che erano

            finiti in mare vi era anche il comandante Castrogiovanni.

            Diciassette anni prima, durante la Grande Guerra,
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